Venerdì 16 maggio ore 18:00 vi aspettiamo presso la Basilica di San Saturnino in piazza San Cosimo a Cagliari per l’incontro “Suono come sono. Sono come suono”.
Paolo Fresu, musicista e compositore di Berchidda, terrà l’incontro nell’ambito della rassegna “Dialoghi di archeologia, architettura, arte e paesaggio” a cura di Maria Antonietta Mongiu e Francesco Muscolino.
Euterpe, musa della musica e della poesia, figlia di Zeus e di Mnemosyne, preposta alla conservazione della memoria, è la naturale patrona di musei e luoghi della cultura. Taluni ne custodiscono tracce materiali. Nei Musei nazionali di Cagliari si ammira un bronzetto nuragico raffigurante un personaggio che suona uno strumento aerofono. Si tratta di una delle più antiche testimonianze di un musico e di uno strumento, antenato delle launeddas. La pratica della musica in Sardegna attraversa il tempo ove si pensi al musico Tigellio, celebre a Roma, la cui residenza la fantasia popolare volle ubicare nelle domus di Campo Viale. In prossimità Gemiliano Deidda, nel XVIII secolo, scoprì il mosaico raffigurante Orfeo (IV secolo), oggi nei Musei Reali di Torino. Sempre nei Musei di Cagliari fa bella mostra il sarcofago delle Nereidi (III secolo), dalla necropoli orientale di Cagliari, un vero campionario di strumenti musicali, tra i quali, al centro, uno a corda nelle mani di una suonatrice. Che dire degli strumenti della cultura tradizionale; o della voce nella musica sacra, retaggio della persistenza in Sardegna della presenza bizantina (VI/X secolo); o dei tenores, dalle metriche ancestrali, patrimonio immateriale UNESCO. Perché, tra le identità della Sardegna quella musicale è così rilevante che i Dialoghi di Archeologia Architettura Arte Paesaggio, hanno, spesso, interpellato studiosi e musicisti su cosa suoniamo e su cosa saremmo senza l’afflato del suono. Tra i musicisti, Luigi Lai, Elena Ledda, Gavino Murgia e, finalmente, Paolo Fresu. Il loro corpo e il loro respiro sono abitati dalla musa Euterpe ovvero da una genetica musicale millenaria, tutt’altro che inattuale da essere, consapevolmente e costantemente, generativa. Fa scrivere a Paolo Fresu: “Quando ero bambino il ricco vocabolario della lingua, sa limba, era la rappresentazione di un universo senza tempo nel quale le parole non avevano ancora niente di evocativo, ma semplicemente erano parte della realtà. Pure presenze sonore, quasi minerali, che avevo interiorizzato fin dal grembo materno, quando mi arrivavano amplificate attraverso il liquido amniotico. Lingua in quanto vita, dunque, e suono in quanto origine di tutto. Solo successivamente sa limba ha assunto anche un significato altro che era quello di strumento per relazionarmi alla comunità. Negli anni, attraversando e colmando quello spazio geografico e temporale che separava la mia campagna di Tucconi dalla vita del paese, la lingua ha acquisito un diverso significato, spogliandosi di quel senso intimo e arricchendosi di quello più universale che appartiene a tutte le lingue parlate, cantate e vissute in tutte le parti del mondo e in tutte le realtà, siano esse rurali o metropolitane. Lingua e musica, attraverso la voce della mia tromba appresa nella Banda del paese luogo comunitario e sociale, diventano un mezzo per comunicare, per dialogare, per affermarci, per spiegare, per imporci. Dal suono ancestrale delicato e quasi sussurrato al suono dinamico legato al forte e a volte al fortissimo. Da rappresentazione dell’essere a straordinario strumento di comunicazione.”
L’incontro si terrà alle ore 18:00 presso la Basilica di San Saturnino oppure potrà essere seguito da remoto in diretta streaming su Facebook e YouTube.
Info su Museo Archeologico Nazionale di CAgliari
FB: https://www.facebook.com/MuseoArcheoCA
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