"Phenomenologies"
di Toni Alfano è lo studio degli effetti del tempo e dei fenomeni ad esso
legati su memoria e identità. È una ricerca fortemente influenzata
dall'esperienza di lavoro dell'autore in una struttura residenziale per persone
affette dalla sindrome d'Alzheimer: un luogo dove il quotidiano è un riflesso
costante di memorie arcaiche e il presente è completamente irrilevante al fine
della determinazione del sé; dove le uniche prove della propria esistenza sono
memorie frammentate, sorrisi materni, baci rubati, amici d’infanzia ormai dimenticati.
Nel misticismo indiano la Trimurti è un principio che indica i tre aspetti fondanti dell'esistenza: Creazione-Conservazione-Distruzione. La Creazione è energia che genera forma. La Conservazione fissa la forma e le attribuisce un significato. La Distruzione ridefinisce forma e significato e libera l'energia che torna "creativa". Ciò accade con ogni cosa che possiamo chiamare "materia". Nel ciclo di opere Phenomenologies, la creazione e distruzione parziale dei dipinti esprime tale principio.
"Phenomenologies" è una stanza del passato, che emerge dalla lettura e dalla riscoperta di depositi scavati e ricercati con la stessa precisione certosina dell’archeologo: ne è impressa, sul telaio di legno ricoperto dal profumo di calce di cemento, l’effigie velata di una figura, proveniente dal mare ignoto delle reminiscenze, definita dal tratto oscuro del carboncino e dalla patina ambrata del bitume. Alfano afferma e nega la propria identità con l’ultimo gesto di distruzione dell’esteriorità, nella speranza di riscoprire l’io disseminato in una alienata coscienza, fissando luoghi, movimenti, spazi, intervalli di anime sospese".
L'evento si inserisce nelle attività di 2+1 officina architettura con l’intento di creare un’occasione di incontro e sollecitare l’interesse verso i temi dell’architettura. Lo spazio bianco concepito come “vuoto” assume diverse configurazioni privilegiando le sovrapposizioni tra arte, architettura, design e media.