EXMA –
EXHIBITING AND MOVING ARTS
CINEMANIFESTI
Mostra di manifesti e locandine del cinema sardo degli anni ’60
e ’70
Exma, Sala delle Volte dal 16 dicembre
al 26 febbraio
“Il manifesto è un muscolo teso e bloccato in uno sforzo, è la morte del film ma anche la sua resurrezione, è reliquia e sguardo che ci guarda». Così scrive Sergio Naitza nel suo libro Il cinema immobile, dedicato ai manifesti del cinema popolare italiano.
Ai manifesti e alle locandine,
oltre cinquanta, che hanno rappresentato il cinema sardo degli anni ’60 e ’70 è
dedicata la mostra Cinemanifesti,
La
mostra, dedicata ai manifesti e alle locandine del cinema sardo degli anni ’60
e ’70, pur nei limiti di un ventennio molto particolare per la storia sarda,
esprime questa vitalità dell’immagine che sopravvive al film e parla al
pubblico di oggi oltrepassando il gioco della memoria, attivando nuove
consapevolezze e introducendo alla rilettura critica, al ripensamento di
stereotipi e etnocentrismi.
Gli 8
film della mostra sono: Banditi a Orgosolo di
Vittorio De Seta (1961), Una questione d’onore di
Luigi Zampa (1966), Sequestro di persona di
Gianfranco Mingozzi (1968), Barbagia di
Carlo Lizzani (1969), Uomini contro di
Francesco Rosi (1970), I protagonisti di
Marcello Fondato (1971), Dove volano i corvi d’argento di
Piero Livi (1977), Padre Padrone di
Paolo e Vittorio Taviani (1977).
I film
raccontano un’epoca che sembra lontana, anni in cui si girava nell’isola sotto
i riflettori della cronaca nazionale (soprattutto nera e di costume) e quindi
gli obiettivi erano puntati sulla Sardegna più interna e nascosta. Produzione,
scrittura e regia erano per lo più esterni (solo Piero Livi era sardo), mentre
oggi esiste una folta schiera di registi sardi che ha rivisto e ritematizzato
anche lo sguardo retrospettivo, valorizzando per esempio un aspetto che era
assente in quei film: la lingua sarda e il sardo che parla la sua lingua. Gli
autori sardi e non sardi di oggi hanno una sensibilità estetica e intellettuale
nuova, che li porta a utilizzare la lingua come elemento espressivo forte della
narrazione visiva. Eppure in quel cinema, che rielaborava stereotipi vecchi e
nuovi della nostra società e che si volgeva con una nuova attenzione e un nuovo
sguardo alla cultura sarda, si coglie un tratto linguistico che i manifesti
restituiscono: è una lingua che parla per immagini e gesti, tratti antropologici
e tradizionali che la macchina da presa non poteva ignorare. Emerge così un
ritratto di ciò che siamo stati e di ciò che gli altri vedevano e
sentivano dentro l’isola, i luoghi e i suoni che sono impressi nel muscolo
ancora teso della lingua sarda. Quell’istante fermato nelle inquadrature, che
accompagnavano la programmazione cinematografica nelle sale di allora, lo
racconta in tutta la sua complessità. Il manifesto di allora è, in un certo
senso, la reliquia che ci guarda e ci interroga ancora oggi.
Quasi una mostra dentro la mostra
è la sezione dedicata alle attrezzature cinematografiche in uso all’epoca.
In
più di cinquant’anni di storia, la Società Umanitaria – Cineteca Sarda di
Cagliari ha infatti raccolto e conservato non solo migliaia di pellicole, preservandole
dal deterioramento, ma anche un grande numero di strumenti, macchine,
attrezzature della storia del cinema. In questa mostra, la Cineteca Sarda
espone per il pubblico una selezione di preziosi oggetti della sua collezione.
Cineprese, macchine fotografiche, proiettori, tavoli di ispezione, giuntatrici,
illuminatori, cavalletti e carrelli: il cinema, d’altra parte, non è fatto solo
di nitrati e celluloide, ma anche di tutti questi strumenti che il pubblico
avrà modo di ammirare negli spazi dell’Exmà. Alcuni di questi oggetti hanno
storie molto importanti, come le donazioni della Famiglia Vodret, risalenti ai
primi anni del secolo scorso e gli attrezzi del mestiere di fotografi e registi
dilettanti. La Cineteca è entrata in possesso di parte di questa raccolta anche
grazie al suo progetto “La tua memoria è la nostra storia”, lanciato nel 2011
insieme ai centri dell’Umanitaria di Carbonia e Alghero, con l’obiettivo di
raccogliere, digitalizzare e rendere nuovamente fruibili le pellicole del
cinema di famiglia: 9,5mm, 8mm e super8, grazie alle quali, fin dai primi
decenni del Novecento, si immortalavano ricordi familiari, ma anche feste,
comizi, sagre, riti sacri e altri eventi pubblici.
IL CICLO DI PROIEZIONI
Nel
corso delle settimane di apertura della mostra, la Sala Conferenze dell’EXMA
ospiterà un ciclo di proiezioni, tutte con ingresso libero e limitatamente alla
capienza della sala. Dopo la proiezione di apertura, il ciclo proseguirà l’11
gennaio con Una questione d’onore, di Luigi Zampa
(1965); il 18 gennaio sarà invece proiettato I protagonisti,
diretto da Marcello Fondato nel 1967 mentre il 25 Sequestro di persona,
di Gianfranco Mingozzi, anche questo girato nel 1967. L’1 febbraio verrà
proposto Uomini
contro di Francesco Rosi (1970) e l’8 Barbagia (La
società del malessere) di Carlo Lizzani del 1969; il 15 Dove
volano i corvi d’argento di Piero Livi, del 1976 e infine Padre
Padrone che i Fratelli Taviani girarono nel 1977.
I MATERIALI
ESPOSTI
I
manifesti appartengono al Fondo cinematografico donato da Giovanni Sanna e
custodito presso la Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari.
Gli
strumenti e i materiali esposti fanno parte della collezione conservata e
curata negli archivi dalla Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari,
attraverso acquisizioni e donazioni private, in particolare grazie al progetto
“La tua memoria è la nostra storia”, realizzato dai C.S.C. della Società
Umanitaria di Alghero, Cagliari e Carbonia con il sostegno della Regione
Autonoma della Sardegna.
EXMA – EXHIBITING AND MOVING ARTS
Orari di apertura
dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 17.00 alle 21.00. Chiuso il lunedì
Indirizzo: Via San Lucifero, 71 09127 Cagliari
Contatti: Responsabile centro Carla Rubiu _ Tel. 070 666399 _ exma@consorziocamu.it
Accessibilità : Le persone con disabilità motoria possono raggiungere il centro con la linea dedicata del CTM Amicobus (numero verde 800 259745). L’EXMA è accessibile in tutti gli spazi aperti al pubblico, inclusi i servizi igienici e non presenta barriere architettoniche