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Stratigrafie urbane - personale di Marco Pautasso

La Galleria Siotto, spazio espositivo al pianterreno della Fondazione di ricerca "Giuseppe Siotto", in via dei Genovesi 114 a Cagliari, è lieta di ospitare la mostra 'Stratigrafie urbane' dello street artist Marco Pautasso.

La mostra sarà visitabile dal 17 al 27 ottobre, tutti i giorni, dalle 18 alle 20.

Inaugurazione giovedì 17 ottobre alle ore 18.

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Testo critico. A cura di Alessandro Pilia. 

Sul filo sottile e ambiguo della ​street art si cammina sapendo di poter cadere in un ​mare magnum di critiche. E gli attacchi arrivano, in un fuoco incrociato, da tutte le direzioni. Pubblico, istituzioni, artisti, ​writers​.

Quel filo bisogna farlo proprio. Percorrerlo come fosse una rotaia ma, se possibile, anche come una danza leggera, capace.

Marco Pautasso non è un artista della strada, ma alla strada è approdato per necessità di immediatezza. Dalle gallerie e gli studi, dalle tele e i pennelli, al linguaggio pubblicitario e serrato, pungente, dei ​poster.​

Sui muri maltrattati dei quartieri popolari, sugli incroci veloci delle ​rughe cagliaritane, sui muretti, sulle svolte, sui plexiglass che schermano i tramonti. Visi aperti, messaggi leggibili, andare oltre la galleria e l’ente, sia pubblico che privato. Senza un preciso ​modus operandi,​ ​concept e ​spot alternano il diritto di nascita, adattandosi di volta in volta, in bilanciata sinergia.

Nell’ultimo anno bambini e animali hanno iniziato ad abitare i quartieri storici di Marina, Castello, Stampace e Villanova. Per prima è arrivata la bambina con le orecchie da coniglio, sulle scale del Mercato di Santa Chiara. Piena estate del 2018. Per ultima la bambina che disegna un fiore con uno spray, Porta Cristina. Inizio settembre 2019. Ora alcuni hanno deciso di dimorare per qualche tempo alla Galleria Siotto. Ma qualcosa è cambiato.


La città è come la mente umana: duttile, labile, plasmabile. Una continua sovrapposizione, giustapposizione, mescolanza. Una trasformazione. Ci sono le leggi, e dietro di esse, le scappatoie. Ci sono dettami non scritti, le consuetudini. Ci sono i giochi di forze, costanti meccanismi che gestiscono le regole storiche della fisica antropologica.

Già a partire dalla primissima esperienza, le sottili, vulnerabili, carte inchiostrate hanno subito una silenziosa aggressione. Giudicate e strappate, sparite come se non fossero mai esistite. A nulla serve il tentativo di coesistenza e dialogo con altre voci anteriori.

I ​poster​ scompaiono. Ma solo nella città reale.

Continuano a manifestarsi sui post dei profili social dell’artista, e soprattutto nelle foto di chi ha fatto in tempo a percorrere le vie nel breve lasso di tempo successivo alla messa in opera.

Non ​crossare​. Come se si trattasse di un comandamento. A meno di non voler scatenare una guerra, una faida. Ma se il nemico risulta invisibile, perché più che sovrapporsi distrugge, come combatterlo?

Al processo di sottrazione applicato sulle sue opere, la disintegrazione del manufatto ​poster​, la negazione del messaggio, della presenza, Pautasso sostituisce una pratica che va per addizione, innescando un processo che per parte sua si rivela virtuoso.

Un obiettivo è diffondere. Un altro ignorare paletti ed etichette. Un terzo, reagire, sì, ma rimanere sul campo artistico. Prelevare dalla strada e portare in galleria. Con il riutilizzo, dar risalto al contesto graffiti e street art della città.

A parte le due grandi tele sul tema cosmopolita, la ​poster art in mostra è realizzata partendo da un pannello recuperato in una qualsiasi giornata di ​urbex​. Sopra hanno agito esponenti più o meno noti della scena locale: tag​, ​throw up,​ tracciati veloci e colorati. La superficie di legno è stata tagliata per creare sette supporti su cui lavorare. Marco ci ha steso i suoi ​poster​, in un atto più creativo che di vendetta. E poi ha operato con gli ​spray​, invadendo il suo precedente lavoro. Strato su strato.

Al centro di tutto ci sono quei bambini: “​leggeri e liberi​”, privi di sovrastrutture mentali.

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Evento realizzato con il contributo della DG BIC del MiBACT e del Servizio Cultura del Comune di Cagliari.

Evento realizzato in collaborazione con Officina Mush Cagliari. 

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