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Macbettu al Teatro Massimo di Cagliari

Dal 1 marzo al Teatro Massimo di Cagliari torna lo spettacolo di grande successo di pubblico e critica: MacBettu, tratto da: Macbeth di William Shakespeare.


Spettacoli :

Giovedì, 1 Marzo, 2018 - 21:00

Venerdì, 2 Marzo, 2018 - 21:00

Sabato, 3 Marzo, 2018 - 21:00

Domenica, 4 Marzo, 2018 - 19:00


di: Alessandro Serra

con: Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu, Felice Montervino, Leonardo Tomasi

traduzione in sardo e consulenza linguistica: Giovanni Carroni


collaborazione ai movimenti di scena: Chiara Michelini

regia, scene, luci, costumi: Alessandro Serra 


foto: Antonio Baldino



produzione: Sardegna Teatro e Teatropersona


con il sostegno di: Fondazione Pinuccio Sciola e Cedac Circuito Regionale Sardegna 

 

sala: M1

durata: 90'

tariffa: 7€ intero 5€ ridotto  | 3€ con stcard

lingua: sardo con sovratitoli in italiano


Premi: Miglior Spettacolo UBU 2017 - Miglior Spettacolo ANCT 2017 (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro) - Finalista al Premio Rete Critica 2017


Macbettu di Alessandro Serra s’incunea in un crocevia: da un lato le intuizioni geniali del Macbeth di Shakespeare, dall’altra l’ispirazione del regista di fronte al Carnevale barbaricino. Della vicenda scespiriana si recupera l’universalità e la pienezza di sentimenti, millimetricamente in bilico sul punto di deflagrare. Di fronte ai carnevali sardi una visione: uomini a viso aperto si radunano con uomini in maschere tetre e i loro passi cadenzano all’unisono il suono dei sonagli che portano addosso. «Quell’incedere di ritmo antico, un’incombente forza della natura che sta per abbattersi inesorabile, placida e al contempo inarrestabile: la foresta che avanza» – così Serra descrive la suggestiva ascendenza da cui è scaturito il suo lavoro di contaminazione.

Macbettu traduce – e volontariamente tradisce – il suo riferimento testuale, valica i confini della Scozia medievale per riprodurre un orizzonte ancestrale: la Sardegna come terreno di archetipi, orizzonte di pulsioni dionisiache. La riscrittura del testo operata dal regista, trasferita poi in limba sarda da Giovanni Carroni, guarda a una interpretazione sonora: gli attori sulla scena – uomini, come da tradizione elisabettiana – decantano una lingua che è pura sonorità, si allontanano dal giogo dei significati per magnificare il senso.

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