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Mostra Roberto Ziranu

Abluzionidoro, sino al 10 settembre 2017. A cura di Flaminia Fanari.

Protagonista della mostra è Roberto Ziranu, originario di Orani

Lì Roberto apre la sua prima bottega artigiana all’età di diciannove anni, quando, dopo un lungo apprendistato, il padre Silverio lo ritiene pronto a correre da solo. Si muove nel solco della secolare tradizione fabbrile di famiglia, ma, sviluppa moderne radici e un diverso ritmo di forgiatura, con battiture sempre più consapevoli, guidate da ampi spazi di libertà creativa. Nella nuova fucina artistica, trasferita a Nuoro nel 2003, il martello risuona sicuro nel ferro e, con la forza del calore, arriva a sciogliere i dissidi del tradĕre, nei suoi significati di “tramandare” e “tradire” quella stessa tradizione familiare, alla ricerca di un’identità personale proiettata verso l’arte e il design.


Disegnando un bozzetto per la realizzazione di un piatto, Ziranu intravede nel cerchio una prima forma di donna: misurandosi con la scomposizione del cerchio lungo gli assi ortogonali, ottiene poi delle sezioni modulari, semicerchi o triangolazioni, che diventano modelli di originali figurazioni, Donne, Coppie, Vele, vivificate dalla curvatura del ferro sagomato. Le donne che ritrae sono quelle sarde d’altri tempi, non dissimili da quelle che si incontrano ancora in qualche paese non solo sardo, non solo di area mediterranea; sono accomunate dai “costumi”, i valori culturali che portano sulle spalle, dalle vesti e dai voluminosi profili dello scialle avvolto dal lutto brunito di nero.

Dall’elaborazione mentale della zappa, il concept alla base del ciclo Origini, affiora l’immagine primordiale della Dea Madre, che si collega idealmente a quella di Costantino Nivola, Tziu Costantinu, “il primo ad Orani ad essere riuscito”, dice Ziranu, “a guardare lontano: la sua eredità rimane custodita nel cuore di ciascun oranese”. 


Dai ripetuti bagni di fiamma liquida, la fisionomia del ferro scaturisce purificata come da un rito cultuale di acqua e fuoco, con effetti pittorici iridescenti, cangianti dall’oro al blu. Queste abluzionidoro si cristallizzano nelle finiture opache e lucide delle collezioni Origini, Riflessi di luce, con piatti e dinamici quadri in ferro, e Vele.

La Vela è forse il simbolo che riassume meglio l’esperienza di Roberto Ziranu: il suo volo planare, al confine tra mare e cielo, è il viaggio che ciascuno di noi può intraprendere per la realizzazione di sé stesso se riesce a diventare homo faber, artefice della propria vita.

La mostra è visitabile sino al 10 settembre nel centro comunale d’arte Il Ghetto, dal martedì alla domenica dalle ore 9 alle 13 e dalle 16 alle 20.

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